Genere: documentario
Anno: 2019
Durata: 15’
Regista: Manuel Camia
Produzione: Chora e Manuel Camia
Riprese aeree: Emanuele Agosti
Protagonista: Tiberio
Voce: Andrea Piovan
Fotografia: Martina Daeder
Musica e sound-designer: Giorgio Labagnara
Fotografo: Marco Tagliabue
Illustratore titoli di coda: Ernesto Anderle
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=JfgjT7jRCTE
Premi:
Il regista
Amante del cinema fin da bambino e già da allora, incoraggiato dalla famiglia che lo circondò subito di animali, montagne e verde iniziò a cementare le fondamenta della sua passione per la natura. Manuel Camia, completati gli studi alla Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti di Milano si è dedicato completamente alle sue passioni e ora fa parte di On/OFF un collettivo di creativi con base a Milano. Da una decina di anni è regista, filmmaker, producer e autore di documentari che hanno vinto 18 premi internazionali. Si occupa della gestione e produzione di prodotti audiovisivi realizzando documentari, reportage, contenuti per i social, spot e video per importanti aziende. Negli ultimi anni si è occupato di problemi sociali e ambientali focalizzando la sua attenzione sull’inquinamento da plastiche che lo ha portato a realizzare, in collaborazione con l’Associazione Chora, il docufilm “Montagne di plastica”.
Sito personale: https://manuelcamiafilmmaker.com/
Pagina instagram: https://www.instagram.com/manuel_camia/
Il film
Plastic River è un documentario incentrato sull’impegno di tutto l’anno di Tiberio, un ragazzo milanese, che a bordo del suo kayak risale i laghi e fiumi lombardi ripulendoli dai sempre più frequenti rifiuti di plastica.
Il film, seguendo i percorsi di Tiberio, vuole valorizzare la bellezza dei luoghi presentandola in antitesi agli scorci di degrado che il problema plastica e il disimpegno ambientale hanno contribuito a creare. Conseguentemente lo scopo del documentario è quello di sensibilizzare il maggior numero di persone sul reale ed immediato problema dell’inquinamento da plastica e su come questo stia deturpando le nostre acque e il nostro territorio.
L’emergenza, che finalmente sta trovando spazio anche a livello mediatico con buona risonanza, ha bisogno di soluzioni immediate.
Decisivo deve essere il contributo della politica e delle grandi aziende che devono attuare soluzioni su larga scala, come eliminare i tanti prodotti usa e getta ed incentivare le attività di riciclaggio. Ma, Altrettanto importante è la sempre maggior sensibilizzazione al rispetto civico e ambientale da parte di ognuno di noi come singolo cittadino.
Ancora troppe volte l’inquinamento da plastica viene associato nell’immaginario collettivo a realtà distanti dalla nostra, ma nella realtà anche l’Italia è fortemente interessata da questa piaga e per questo il documentario vuole raccontarne gli effetti sul nostro territorio.
Afferma il regista: “Ho scelto di raccontare il viaggio di Tiberio senza enfatizzarne le gesta o alterarne l’operato, ad esempio non trascinandolo in luoghi dove potessimo incontrare volutamente rifiuti in grande quantità. L’obbiettivo fin da subito è stato quello di valorizzare la bellezza della natura e dei posti che un ragazzo in kayak avrebbe scelto per il suo itinerario, presentandolo in antitesi allo scempio dell’inquinamento.
Il disimpegno ambientale e il degrado sono elementi che certamente abbiamo voluto evidenziare, ma la priorità è sempre stata raccontare la relazione tra Tiberio e la natura che per tanti anni ha accolto lui e il suo kayak.
Proprio questo legame lo ha spinto a preservarne l’integrità. Abbiamo cercato di muoverci in un tema infinitamente grande raccontando una storia piccola, intrecciando le informazioni scientifiche al percorso personale di un ragazzo, un archeologo dell’ordinario che recupera le tristi tracce che come esseri umani stiamo lasciando sull’intero pianeta.
Una moderna figura di cercatore d’oro, dove però il tesoro è ormai reperibile ovunque, anche lontano dal mondo artificiale e urbano che gli appartiene.
Abbiamo immortalato un gesto semplice come raccogliere qualcosa che non dovrebbe nemmeno essere gettato, perché è dietro la vastità e la complessità di questi temi che ci siamo nascosti sentendoci impotenti e costruendoci un perfetto alibi fatto di passività ed indifferenza.
Nessuna corsa all’oro, nessuna ricompensa, solo la gratificazione di aver scelto la direzione giusta.”
Vedi/scarica la scheda del film in formato PDF
Triciclo – giugno 2024