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Deserto Verde

Genere: documentarioDeserto Verde

Anno: 2018

Durata: 59’

Regista: Davide Mazzocco

Paese: Portogallo - Italia

Interpreti: Viriato Tomás, João Camargo, Pedro Pedrosa, Marta da Conceiçao, Francisco Pedro e Paula Lopes Dias.

Produttore: Davide Mazzocco

Sceneggiatura e montaggio: Davide Mazzocco

Fotografia: Davide Mazzocco

Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=i0J7Q3uLw0c

Festival e rassegne:
2 giugno 2018 – Cinemambiente-Environmental Film Festival – Torino – anteprima Fuori concorso
9 luglio 2018 – Un’estate al cinema-Erre 70 – Bussoleno
3 ottobre 2018 – Casa dell’Ambiente - Torino
19 ottobre 2018 – CineEco Seia – Seia (Portogallo) – Concorso lungometraggi in lingua portoghese
11 novembre 2018 – Festival Internazionale Tutti nello stesso piatto – Concorso lungometraggi
14 marzo 2019 – EnergEticaMente - Pedersano, Villa Lagarina (Tn)
21 marzo 2019 – Tutto il mondo è paese - Pino Torinese (To)
28 marzo 2019 – Casa da Esquina - Coimbra (Portogallo)
12 novembre 2019 - Festival cinematografico delle Foreste - Bergamo
29 settembre 2022 - CineBarrito Ambiente – Torino

Regista
Deserto VerdeNato a Torino nel 1975 è un giornalista e saggista free lance. Nel 2011 ha pubblicato Javier Bardem biutifulactor (Falsopiano). Oltre a questo libro, ha all’attivo altre pubblicazioni fra cui Giornalismo digitale (Edizioni della Sera) del 2012, Giornalismo online (Centro di documentazione giornalistica) del 2014, Propaganda Pop (effequ) e la eco-favola Lo Spaventagente del 2016, Cronofagia (D Editore) e Novecento lusitano (Tuga Edizioni) del 2019 e Geomanzia (Palermo University Press) del 2021. Dopo aver scritto alcuni atti unici per il teatro ed essere stato selezionato nella mostra F for Fake di Paratissima 2011, nel 2012 ha debuttato alla regia con Benvenuto Mister Zimmerman, co-diretto insieme a Stefano Rogliatti, miglior cortometraggio al Festival Internazionale Tutti nello stesso piatto di Trento. Nel 2014 ha realizzato i cortometraggi Opera breve per mani e occhi (insieme a Paula Lopes Dias) e L’orma del dinosauro (documentario su cementificazione e consumo del suolo). Nel 2020 ha scritto la sceneggiatura de La via del bosco di Francesca Frigo. È fra gli sceneggiatori de Il seme del futuro di Francesca Frigo, presentato a Cinemambiente 2022.

Filmografia Davide Mazzocco:
Benvenuto Mister Zimmerman (2012), regia insieme a Stefano Rogliatti
L’orma del dinosauro (2014), regia
Opera breve per mani e occhi (2014), regia insieme a Paula Lopes Dias
Deserto verde (2018), regia
La via del bosco (2020), sceneggiatura
Il seme del futuro (2022), sceneggiatura

Il film:Deserto Verde
Il 17 giugno 2017 un rogo innescatosi in località Escalos Fundeiros, nel comune di Pedrógão Grande, si espande coinvolgendo il territorio di sette comuni del Pinhal Interior Norte del Portogallo. Le conseguenze dell’incendio sono devastanti: 65 morti, 254 feriti e 53.000 ettari di areaoschiva in fumo (pari alla superficie aggregata dei terrori comunali di Milano, Genova e Napoli). Le temperature altissime (circa 40°), l’umidità relativa bassa, la prolungata siccità e il vento costituiscono, insieme alle monocolture dell’eucalipto e del pino, le condizioni ideali per la propagazione di un incendio totalmente fuori controllo.

Il racconto di Deserto verde si apre con le testimonianze dei sopravvissuti scampati alle fiamme, per poi proseguire con un’approfondita analisi dell’ingegnere zootenico e ambientale João Camargo. Diffusasi sotto l’Estado Novo del dittatore Salazar e proliferata dopo la rivoluzione dei garofani, la monocoltura dell’eucalipto non è soltanto una minaccia per la flora e la fauna, ma, nella sua dimensione di coltivazione intensiva, compromette le economie locali e il tessuto sociale. In un’intervista che coniuga storia e attualit03-deserto_verde.pngà, botanica forestale e sociologia, climatologia ed economia, Camargo mette in guardia dai rischi ambientali e sociali di una politica forestale votata alla monocoltura.

Cambiare paradigma e ripristinare la biodiversità è possibile. Nell’ultima parte del documentario Pedro Pedrosa ci racconta come gli abitanti del villaggio di Ferraria de São João abbiano saputo trasformare i tragici eventi del giugno 2017 in un’occasione per ripensare il proprio territorio, il rapporto con la natura e le dinamiche della convivenza.

Nota del regista:
“Da alcuni anni vole08-deserto_verde.pngvo girare un documentario sulla monocoltura dell’eucalipto in Portogallo e, dopo l’incendio del 17 e 18 giugno 2017, descrivere le conseguenze ambientali e sociali di decenni di monopolizzazione del territorio del Pinhal Interior Norte, in cui vivo per alcuni mesi l’anno, è diventata un’urgenza. Il documentario è diviso in tre parti. Nella prima parte ho raccolto le testimonianze di due persone che si sono trovate in mezzo alle fiamme e di un giornalista che ha seguito l’attività di spegnimento dei vigili del fuoco. La parte centrale del racconto è affidata a João Camargo, ingegnere zootenico e ambientale e ricercatore dell’ICS- Instituto de Ciências Sociais dell’Universidade de Lisboa che analizza l’impatto della monocoltura dal punto di vista ambientale, sociologico ed economico. L’intervento di Camargo è il cuore del mio lavoro perché fa comprendere i rapporti di causalità fra cambiamenti climatici e disastri naturali, le responsabilità politiche nell’impoverimento delle aree rurali e montane del Portogallo e le possibili soluzioni per evitare tragedie come quella dello scorso giugno. L’ultimo protagonista del documentario è Pedro Pedrosa, abitante del villaggio di Ferraria de São João che, nelle settimane successive all’incendio, ha guidato una piccola rivoluzione ecologica che si è conclusa, alla fine del 2017, con la creazione di una fascia di protezione priva di eucalipti intorno al centro abitato”.Deserto Verde

“L’incendio del giugno 2017 ha segnato in maniera indelebile le comunità di Pedrógão Grande, Figueiró dos Vinhos e Castanheira de Pera. Il verde a perdita d’occhio del passato è stato sostituito dagli scheletri carbonizzati degli eucalipti che hanno iniziato a rinascere, come l’Araba Fenice, poche settimane dopo le fiamme. Purtroppo si tratta di una rinascita effimera: l’eucalipto è una specie che assorbe grandi quantità di acqua e di nutrienti e che dopo alcuni cicli di crescita lascia le piantagioni completamente desertificate. Se l’eucalipto si trova in quantità ridotte in mezzo ad altre specie i problemi di ‘convivenza’ sono risolvibili, se la coltivazione è una monocultura il risultato è un ecosistema che rende impossibile la vita per la flora e per la fauna. In una logica di medio e lungo termine, la monocultura dell’eucalipto associata a siccità sempre più frequenti e a temperature sempre più elevate non può che portare a una desertificazione che finirà per incrementare una crisi occupazionale e uno spopolamento delle aree interne del paese”.

Scarica/leggi la scheda in formato pdf.

Triciclo OdV – settembre 2022

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