Genere: documentario
Anno: 2018
Paese: Francia
Durata: 98 minuti
Regista: Jean-Robert Viallet
Fotografia: Jean-Robert Viallet
Montaggio: Tal Zana
Musica: Marek Hunhap
Produttori: Victor Ede (Cinephage Productions), Alexandre Cornu, coprodotto con Anton Iffland Stettner ed Eva Kuperman. In coproduzione con: Arte France, RTBF, immagini CNRS, Mucem. Con il supporto del CNC, Procirep Angoa, la egione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra e la partecipazione di RTS.
Trailer in inglese https://www.youtube.com/watch?time_continue=43&v=PerDuxlQQq8
Tratto dal libro di Christophe Bonneuil et Jean-Baptiste Fressoz, 2013, L’Evènement Anthropocène, la Terre, l’histoire et nous, Paris, Le Seuil.
Il regista
Jean-Robert Viallet ha iniziato dedicandosi alla fotografia, ha firmato le riprese di una ventina di documentari e ha fatto anche alcune incursioni come autore di narrativa. Dal 2005, ha iniziato a girare i suoi film per la televisione francese. Nel 2009, inizia a interessarsi dei metodi di gestione delle imprese che hanno conseguenze devastanti sul lavoro e riceve il premio audiovisivo Albert London per il suo documentario "The killing of work". Nel 2013, ha diretto "La France en face" per France3.
Il film
E’ la storia dello sfruttamento delle risorse da parte dell’uomo dalla rivoluzione industriale a oggi. Sono trascorsi solo due secoli. Duecento anni caratterizzati da affascinanti rivoluzioni industriali ed economiche, a partire dall’introduzione del carbone e del petrolio fino all’era dei Big Data. Nel ripercorrere un’epica umana attraverso quelle scelte fatte in nome del “progresso”, e tracciandone le pesanti e irreversibili conseguenze sull’ambiente, viene messa in dubbio l’inevitabilità di tale sviluppo. E se l’uomo avesse intrapreso altre strade, come sarebbe il mondo attuale? Accompagnata da una colonna sonora avveniristica, la voce fuori campo ci conduce in un viaggio sulla Terra, da un’angolazione che vede il mescolarsi di immagini di repertorio e filmati di propaganda con scene di vita contemporanea.
Titolo originale del film: L’HOMME A MANGÉ LA TERRE / AU NOM DU PROGRÈS
Questa storia racconta il percorso delle scelte fatte in nome del "progresso".
Jean-Robert Viallet ripercorre l’epopea dell’uomo in un crescendo affascinante, con uno sguardo critico tra il “divertito” e il “terrorizzato” dalle conseguenze ambientali.
Breakpoint è una attenta analisi della corsa allo sviluppo, dalla rivoluzione industriale ad oggi, che ha segnato il punto di partenza dell'era dell'Antropocene e il continuo deterioramento del pianeta.
Il documentario di Jean-Robert Viallet racconta la grande accelerazione degli ultimi due secoli, quando le società umane hanno iniziato a sfruttare gli idrocarburi in modo massiccio, sconvolgendo gli ecosistemi su una scala senza precedenti.
In una frazione della storia umana, le società industriali hanno definitivamente trasformato l'ecologia del pianeta terra. Non stiamo solo attraversando una crisi ecologica, ma un grande sconvolgimento su scala globale e irreversibile per la vita dell’uomo.
Ci ricorda Jean-Robert Viallet che: "alla fine del XVIII secolo il prezzo del legno cresce a dismisura nell'Europa occidentale. Le foreste sfruttate sempre più intensamente per rifornire case di fucina, officine, piccole industrie dell'epoca non bastano più. Le foreste sono distrutte, gli scienziati sono allarmati: cosa fare per supplire alla scarsità del legno? Come combattere la deforestazione e la sua processione di catastrofi, erosione, frane, inondazioni? Ironia della sorte, in questo contesto, sfruttare le ricchezze del sottosuolo in alternativa al legno diventa “una misura ecologica", per proteggere la natura a rischio. Questo è l'inizio di una rivoluzione tecnologica, ma anche del saccheggio sistematico dei paesi dell'Africa e dell'Asia, dal punto di vista umano e delle risorse naturali.
L'ingresso in questa nuova era è caratterizzato da una rapida trasformazione di tutte le attività umane, dall'industria all'agricoltura, alla guerra. Le guerre saranno la causa della massificazione di alcuni settori dell'economia, come quella dell'automobile, in una logica di produzione intensiva per mantenere il vantaggio sul nemico. Ma se il legame tra petrolio e guerra è evidente, il carburante cambia anche profondamente la vita quotidiana degli individui. A partire dal 1950 inizia il consumo di massa, che offre una promessa di “felicità tranquilla, confortevole e standardizzata".
Allo stesso tempo però, la domanda di energia continua a crescere con il crescere dei bisogni. Questa nuova era è segnata da una competizione esacerbata tra nazioni, tra corsa agli armamenti e competitività.
Scarica la scheda del film in formato pdf.
Novembre 2019