1456
Nell'arcipelago sbarcano i primi marinai europei al servizio del re del Portogallo. (Tradizionalmente vengono considerati scopritori ufficiali delle prime cinque isole Antonio da Noli e Diego Gomes).

1462.
Lo scudiero dell'Infante D. Fernando, Diego Alfonso e Antonio da Noli, dopo aver scoperto le rimanenti 5 isole delle dieci che compongono l'arcipelago, avviano le spedizioni di popolamento dell'isola di Santiago, dove viene fondata la più antica città europea ai tropici (oggi chiamata Cidade Velha). Poiché le isole non sono abitate, ben presto si inizia a trasportarvi schiavi dall'Africa per coltivare queste nuove terre. I portoghesi introducono anche la coltivazione della canna da zucchero, ma, dato il clima secco, l'esperimento fallisce.

1494
Spagna e Portogallo, le grandi potenze dell'epoca, si spartiscono le aree delle scoperte e della colonizzazione per mezzo del trattato di "Tordesilhas" grazie al quale tutta l'area in cui è compreso l'arcipelago di Capo Verde appartiene al Portogallo. L'anno seguente Capo Verde diventa ufficialmente colonia portoghese ed è un importantissimo scalo nelle rotte delle navi. La città di Ribeira Grande nell'isola di Santo Antao diventa il principale centro in cui si concentrano e si smistano verso le Americhe gli schiavi razziati in Africa e continua a esserlo nei due secoli successivi.

1747
Inizia un drammatico periodo di siccità a cui ne seguono molti altri a brevi intervalli. Si calcola che, a causa delle ricorrenti siccità, negli anni 1773-76 morì il 44% della popolazione. Successivamente, tra il 1830 e il 1833, morì il 42% della popolazione e ancora il 40% tra il 1863 e il 1866.

1878
Il Portogallo abolisce definitivamente la schiavitù. Tuttavia la popolazione delle isole che ormai ha radicati elementi che la caratterizzano e una lingua propria, non ne trae vantaggi in quanto continuano a essere sottoposti allo sfruttamento del durissimo governo coloniale portoghese. L'unica alternativa alla fame è emigrare verso gli USA e l'Europa oppure accettare di diventare lavoratori "contratados" (quasi schiavi) nelle altre colonie portoghesi, principalmente Sao Tomé e Angola). Le isole continuano a essere flagellate da terribili periodi di siccità e carestia che provocano la decimazione della popolazione.

1924
In Guinea Bissau, nasce Amilcar Cabral (i cui genitori sono capoverdiani) destinato a condurre la lotta per l'indipendenza di Capo Verde e della Guinea Bissau.

1951
Capo Verde diventa provincia portoghese d'oltremare.

1954
Inizia la lotta di liberazione che rafforza i legami tra Capo Verde e Guinea-Bissau.

1956
Viene fondato da Amilcar Cabral il Partito africano per l'indipendenza di Guinea e Capo Verde (Paigc).

1959
Il Paigc inizia la guerriglia in Guinea-Bissau.

1963-1974
Si svolge la lunghissima guerra di indipendenza e liberazione di Guinea Bissau e Capo Verde. I combattimenti avvengono tutti sul continente risparmiando le isole di Capo Verde. Molti capoverdiani però combattono in Guinea.

1973
Cabral è assassinato a Conakry (Guinea); gli succede il fratello minore Luiz Cabral.

1974
In Portogallo avviene la cosiddetta “rivoluzione dei garofani” che rovescia l'autoritario regime colonialista di Antonio Salazar ripristinando la democrazia e provocando un processo di decolonizzazione nei paesi africani sottomessi (Angola, Mozambico, Guinea-Bissau e Capo Verde).

1975
Capo Verde ottiene l'indipendenza. La costituzione adottata prevede un processo di unione con la Guinea-Bissau. Il Paigc dà quindi vita a una federazione tra i due paesi e le rispettive assemblee nazionali costituiscono un Consiglio dell'Unione.

1976
Viene avviata una riforma agraria che da la priorità alla produzione di alimenti per il fabbisogno della popolazione (in quel periodo nelle isole veniva prodotto solo il 5% del fabbisogno alimentare).

1981
Luiz Cabral, che era diventato presidente della Guinea-Bissau all'indomani dell'indipendenza, viene deposto da Bernardo Vieira, che inizia una politica contraria al progetto di integrazione con Capo Verde. Conseguentemente nell'arcipelago il Paigc assume il nome di Paicv e si dichiara partito unico.

1984
la siccità distrugge il 25% dei raccolti mentre cresce il debito estero.

1986
Viene varato un piano di sviluppo che assegna la priorità al settore privato dell'economia e alla lotta contro la desertificazione.

1991
Si svolgono le prime elezioni libere e multipartitiche. Viene eletto presidente Antonio Mascarenhas Monteiro (presidente della corte suprema). Inizia un periodo di transizione verso l'economia di mercato. Gli aiuti esterni tuttavia rappresentano ancora il 46% del pil nazionale a cui va aggiunto un altro 15% proveniente dalla rimesse dei settecentomila capoverdiani residenti all'estero.

1992
Viene adottata una nuova costituzione che riconosce ufficialmente il multipartitismo.

1996
Mascarenhas Monteiro è rieletto e il suo partito, il Movimento per la democrazia (Mpd) ottiene la maggioranza dei seggi in parlamento.

1997
La Banca africana per lo sviluppo concede un prestito di 4,9 milioni di dollari per la costruzione di strade.

2001
A gennaio si svolgono nuove elezioni politiche durante le quali l'opposizione muove accuse di numerose irregolarità. La differenza tra le due parti è minima (0,5% di differenza) e al secondo scrutinio vince il Paicv che forma il governo. Il nuovo primo ministro è José Maria Pereira Neves e Pedro Pires, del Paicv, vienè eletto presidente, dopo aver sconfitto Carlos Veiga dell'Mpd per soli 17 voti.

2002
Il governo di Pires avvia una politica di decentramento e privatizzazione del settore statale. Viene fatto un accordo di cooperazione con la Francia di 610 milioni di euro. Tuttavia aumenta il costo dei servizi di base mentre diminuisce l'accesso all'acqua potabile fuori dalla capitale (Praia sull'isola di Santiago).

2006
Il Paicv vince le elezioni e Pires è rieletto presidente.

2007
Capo Verde entra nell'Organizzazione mondiale del commercio (Omc/Wto).

2009
Hillary Clinton, segretario di stato americano, visita il paese al termine di un suo viaggio in sette nazioni africane.

2011
Il partito di governo (Paicv) vince nuovamente le elezioni parlamentari e viene eletto presidente Jorge Carlos Fonseca.