L'acqua che c'è
L'accesso all'acqua non è un problema di scarsità della risorsa, ma di povertà e ingiustizia. È la conclusione dell'ultimo Rapporto sullo sviluppo umano dell'Onu, che rivendica 20 litri al giorno di acqua pulita per tutti come diritto umano fondamentale.
di Emanuele Fantini 2007
"Abitiamo sulle sponde del lago ma non abbiamo accesso all'acqua pulita" è la denuncia di Yohannes, rappresentante della comunità del villaggio di Koka, a due passi dall'omonima diga, in Etiopia. Denuncia che riassume alla perfezione il contenuto dell'ultimo Rapporto sullo sviluppo umano delle Nazioni Unite, quest'anno intitolato "Oltre la scarsità: potere, povertà e la crisi idrica globale".
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Un bilancio di metà percorso verso gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio
Emanuele Fantini 20xx
[Dottorando in Scienza Politica dell’Università di Torino. Ha lavorato come consulente del Ministero Affari Esteri-Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo in Etiopia e Marocco.]
Abstract
Il caso dell’acqua dimostra come le politiche di lotta alla povertà per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del Millennio, concentrandosi sui traguardi statistici, prestano scarsa attenzione al processo e alle relazioni di ingiustizia e potere che sono alla base della mancanza di accesso all’acqua, come denunciato dal Rapporto sullo sviluppo umano 2006.
Un approccio basato sui diritti umani permette di superare alcuni di questi limiti, in sintonia con quanto proposto anche dalla Dottrina sociale della Chiesa. L’accento posto da entrambi sul riconoscimento della dignità umana offre spunti interessanti un ripensamento delle politiche di aiuto allo sviluppo che tenga conto della complessità e delle accezioni anche positive del concetto di povertà.
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