Gian Carlo Caselli, Stefano Masini

C’è del marcio nel piatto

Come difendersi dai draghi del made in Italy che avvelenano la tavola

Edizioni PIEMME, Milano 2018

Gli autori

Gian Carlo Caselli

Gian Carlo CaselliMagistrato in pensione dal dicembre 2013. Era entrato in Magistratura nel dicembre 1967 e ha ricoperto molte importanti cariche: giudice istruttore a Torino dove si è occupato a lungo di inchieste sul terrorismo; dal 1986 al 1990 componente del Csm eletto nelle liste di Md, è poi rientrato a Torino come presidente della Corte d’Assise.
Nel 1992, dopo la morte di Falcone e Borsellino, è stato trasferito, su sua richiesta, a Palermo, dove ha diretto quella Procura per quasi sette anni. Successivamente è stato capo del Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria) e rappresentante italiano in Eurojust, struttura di coordinamento delle indagini transnazionali. Infine è stato Procuratore generale di Torino e poi Procuratore della Repubblica. Attualmente dirige in Coldiretti la segreteria scientifica dell’Osservatorio sulla criminalità nel settore agroalimentare. È autore di varie pubblicazioni sui temi della legalità e della giustizia.

Stefano Masini

Attualmente coordina le attività dell’Area Ambiente e Territorio presso la Confederazione Nazionale Coldiretti in raStefano Masinippresentanza della quale riveste numerosi incarichi e in organismi di livello nazionale ed europeo. Insegna, in qualità di professore associato, Diritto agrario e Diritto alimentare presso le facoltà di Medicina e Scienze dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. È autore di numerosi libri. E’ codirettore della rivista Diritto Agroalimentare; coordinatore del Comitato di redazione della rivista Diritto Agrario, dell’Ambiente e dell’Alimentazione e socio ordinario del Centro Studi di Estimo ed Economia territoriale.
È componente del CdA del Comitato scientifico della Fondazione “Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare” e dell’Istituto di ricerca EURISPES.

Il libro

Vedi una presentazione del libro a Torino https://www.youtube.com/watch?v=bNSWe0zsoFA
Non tutto il cibo che arriva sulle nostre tavole è dannoso per la salute o frutto di filiere illegali, ma i draghi e i camaleonti che camuffano prodotti di largo consumo spacciandoli per genuini, buoni e giusti sono un pericolo da cui imparare a difendersi.

Copertina LibroL'agroalimentare "tira". Muove oltre 270 miliardi di euro e occupa 2,5 milioni di persone. È un pilastro dell'economia nazionale. Il principale fattore di traino è l'eccezionale appeal del made in Italy, un potentissimo ambasciatore di qualità ovunque nel mondo.

L’agroalimentare genera un grande business, ma anche “appetiti”, esercitati da organizzazioni criminali senza scrupoli, pronte a sfruttare un vento così favorevole. Il settore non ha risentito, infatti, della crisi, garantendo interessanti fatturati. È un comparto, come si dice nel gergo, “freddo”, in grado di superare le peggiori congiunture perché, potrà sembrare cinico, ma è un dato di fatto: mangiare si deve!
Dunque l’agroalimentare "tira" e, logicamente, "attira", per le opportunità che offre, trovando soggetti senza scrupoli pronti a sfruttare, sofisticare, adulterare. Le conseguenze sono opacità, scorrettezze e veleni che ci ritroviamo a dover consumare e avallare senza saperlo. Pur riconoscendo l'attenzione crescente riposta nel cibo buono, sano e giusto, questa autorevole e accurata indagine sul campo - condotta da Gian Carlo Caselli, e da Stefano Masini, denuncia l'esistenza di una vera e propria task force criminale, che allinea di volta in volta operatori prepotenti, spregiudicati e maliziosi, in grado di offendere i diritti essenziali alla salute e di deludere le lecite aspettative del consumatore in termini di gusto, natura e autenticità. Eppure sconfiggere i draghi avvelenatori del cibo è possibile. C'è bisogno di conoscerli e stanarli per riporre al centro della nostra spesa ciò che vogliamo in termini di sicurezza e qualità. (dall’aletta della copertina del libro).

Il libro adotta lo stile narrativo delle fiabe, fatte di un linguaggio immaginifico, per svelarci gli aspetti drammatici di un fenomeno che interessa tutti. I vari capitoli fanno riferimento alle fiabe classiche e ai simboli da tutti conosciuti che hanno generato nell’immaginario.

PinocchioPinocchio ci introduce nel mondo delle etichette, che di bugie ne raccontano ancora tante; Aladino, col genio della lampada che esaudisce ogni desiderio, richiama il problema della pubblicità, che di desideri ne suscita tanti ma ne soddisfa pochi; Alice è loAlice specchio degli alimenti che non sono quel che appaiono e così via.
Il lettore viene condotto per mano dagli autori che gli fanno scoprire un mondo di cibi avvelenati. Un mondo privo di etica fatto di agropirati, in cui le uniche regole che valgono sono le loro, quelle che si danno per nascondersi nell’economia legale, sporcare la filiera alimentare creando un prodotto mediocre, ma allettante per il consumatore.
Il “marcio nel piatto” di cui parla il libro e che mangiamo è pieno di sofisticazioni, false etichettature, sfruttamento della manodopera, caporalato, un mix esplosivo che si rafforza e cresce nella totale violazione dei diritti fondamentali. Per ulteriori approfondimenti vedi l’articolo di Eurispes https://www.leurispes.it/ce-del-marcio-nel-piatto-il-cibo-svelato-da-caselli-e-masini/
Vedi anche il sito non sprecare.it https://www.nonsprecare.it/cibo-marcio?refresh_cens